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 Relazione tra bambino e il mondo esterno

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MessaggioTitolo: Relazione tra bambino e il mondo esterno   Relazione tra bambino e il mondo esterno Icon_minitimeMer Giu 30, 2010 6:43 am

All’interno di un Nido si possono creare attività significative di socializzazione o apprendimento anche fra bambini. Nell’area dei lattanti prevale una forma di gioco individuale e solitaria. Man mano che il bambino cresce aumentano anche le sue competenze sociali, come la consapevolezza del Sé e la capacità di manifestare e selezionare le proprie preferenze nei confronti degli amici, dei giochi, degli adulti. La frequenza regolare del bambino gli permette di selezionare i propri compagni di gioco, anche se, per la sua tenera età, il livello sociale è ancora improntato sull’egocentrismo, sull’affermazione di Sé sull’altro, e quindi sulla difficoltà ad interiorizzare delle regole.
Il Nido è una “culla” di formazione con un suo progetto educativo ben distinto e formato per ogni sezione. Il Nido si fa garante del diritto all’educazione, nel rispetto dell’identità individuale, culturale e religiosa, dà sostegno alle famiglie più disagiate, è un primo traguardo verso un mondo sociale più articolato e meno protetto rispetto alla famiglia. Il Nido propone al bambino strumenti e strategie per aiutarlo ad affrontare in maniera autonoma situazioni sempre più complesse man mano che il bambino stesso cresce e matura.


L’inserimento del bambino al Nido
L’inserimento rappresenta un momento molto importante e delicato per ogni singolo bambino che si inserisce all’interno del Nido d’Infanzia.
Si svolge con la presenza del genitore che gradualmente si stacca dal bambino per lasciar posto all’educatrice come punto di riferimento.
E’ fondamentale perché permette all’educatrice, con l’aiuto del genitore, di acquisire tutte le informazioni necessarie sulle abitudini della famiglia e sulle esigenze specifiche del bambino.
Lo stato d’animo della mamma al momento del distacco contribuisce ed influenza i sentimenti e l’armonia del bambino; per questo è fondamentale che nell’inserimento venga rispettato il lavoro delle educatrici con fiducia e serenità.
Ogni inserimento è una storia a sé e va considerata come tale.
Per garantire e rispettare al meglio questo punto si precisa che l’inserimento sarà scandito e programmato in una settimana; verrà prolungato a due settimane solo ed esclusivamente se l’educatrice lo riterrà necessario. Un buon ambientamento creerà un rapporto di fiducia ed affetto tra il bambino e l’educatrice diventando il presupposto per una buona riuscita dell’intero percorso educativo all’interno del Nido.
Non meno importante è la figura genitoriale, coinvolta nel processo dell’inserimento, che si trova nelle condizioni di dover elaborare il distacco e nel contempo di dover costruire un rapporto di fiducia con le educatrici che, a loro volta, sono implicate nella delicata gestione del rapporto della mamma-bambino.
Nell’inserimento eseguiamo alcune procedure ormai collaudate, concordate collettivamente e condivise con la coordinatrice educativa:

  1. Preparazione del gruppo preesistente all’arrivo del nuovo bambino (annunciare il nuovo arrivo ai bimbi preparandoli psicologicamente a far posto al nuovo arrivato nel loro gruppo);
  2. Predisposizione dello spazio;
  3. Accoglienza di piccoli gruppi di bambini;
  4. Presenza del genitore all’interno della sezione per garantire:

Al bambino sicurezza nell’esplorazione e conoscenza del nuovo
ambiente.
Alle educatrici la possibilità di osservare e conoscere le dinamiche
relazionali che caratterizzano la diade mamma-bambino.

  1. Gradualità e rispetto dei tempi di distacco dalla figura famigliare.
  2. Rispetto e continuità delle abitudini del bambino;
  3. Suddivisione degli spazi gioco in tre sezioni;
  4. Attività proposte che permettano all’educatrice di essere “dentro e fuori”, cioè di affiancarsi al gruppetto di bambini che gioca senza disturbarli ma garantendo contemporaneamente l’opportuna attenzione e disponibilità;
  5. Atteggiamento empatico col genitore accettando e contenendo le ansie per il distacco dal figlio. Il famigliare viene regolarmente informato e rassicurato su come procede l’inserimento; ove possibile si invita il genitore ad osservare alcuni momenti di vita all’interno della sezione, gli si spiega il modo di operare e le strategie che verranno attivate di volta in volta per sostenere l’inserimento e favorire il distacco dalla figura genitoriale.


La predisposizione degli spazi interni ed esterni
La struttura è organizzata in base all’età dei bambini, in modo tale che ognuno abbia il proprio spazio adeguato; tutte le sale del Nido sono provviste di angoli allestiti per soddisfare i bisogni dei bimbi. Una giusta organizzazione della struttura, accogliente e a misura di bambino, è sicuramente un punto di forza per l’instaurazione di un buon rapporto tra l’educatrice ed il bambino stesso. Ogni piccolo si adatta alla realtà in cui vive; ecco perché è fondamentale l’adeguata strutturazione dell’ambiente per permettergli di sperimentare, conoscere e proiettare le proprie emozioni. Il Nido d’Infanzia IL MONDO E’ DEI BAMBINI è stato pensato apposta per i piccoli ospiti che lo popoleranno; un‘oasi di sicurezza e confort suddivisa in spazi ben strutturati ed attrezzati. Sembra un po’ di entrare dentro ad una fiaba: è tutto un susseguirsi di colori, disegni, giochi, libri, puzzle, casette, scivoli, cuscinoni, specchi, palloni, tavolini e sedie dai mille colori e tanto altro ancora.
Le soluzioni sono molteplici e studiate per accontentare tutte le esigenze possibili: da quelle di un bimbo di 3 mesi a quello di 3 anni, attraverso giochi diversificati e sale divise. Il Nido d’Infanzia IL MONDO E’ DEI BAMBINI ha pensato bene di dipingere tutti i contorni delle sale giochi per una altezza di due metri con una pittura lavabile ed innocua.
Il Nido ha due sale ampie, una dedicata interamente alla psicomotricità ed un altra dedicata totalmente alle attività atelieristiche, in modo tale che tutti i bambini possano usufruire di entrambe.
Sala della psicomotricità
I bambini imparano a conoscere il proprio corpo ed a mimare i movimenti e gli atteggiamenti di soggetti particolari (es. animali) a loro proposti; inoltre imparano a discriminare i vari tipi di superficie (liscio/ruvido/freddo/caldo). Le educatrici creano percorsi psicomotori sempre diversi e realizzano veri e propri percorsi strutturati (es. ostacoli da saltare, evitare, spostare, dribblare, passare sotto…).

Sala atelieristica


In quest’aula si identificano i fenomeni naturali ed atmosferici, si osservano gli elementi particolari delle stagioni e come cambiano, si chiamano con il loro nome gli elementi atmosferici e si inizia ad osservare come ci si veste in base al tempo che fa. Si utilizza per questo del materiale povero che esiste in natura (legno/foglie…), varie tecniche pittoriche e di rappresentazione e si sfrutta il giardino come osservatorio.
Infine si realizzano dei grandi cartelloni per rappresentare le attività di volta in volta svolte.

Angolo del laboratorio della favola e del teatro


L’informazione audiovisiva come integrazione dell’opera educativa è ormai entrata da vari anni sia nelle case di ogni bambino sia nei centri d’infanzia e sarà un supporto importante per la realizzazione dell’angolo della favola. Si ascolteranno e si guarderanno delle fiabe con l’obiettivo di riuscire a suscitare nel bambino interesse e senso di drammatizzazione. Ogni bambino si deve appropriare delle storie che ascolta e impara, perché questo lo aiuterà ad affinare il linguaggio e ad imparare ad associare il nome alla cosa giusta. Questo sarà possibile anche grazie ad un teatrino, allestito all’interno di quest’aula, dove si possono riprodurre le favole ascoltate e far partecipare i bambini in prima persona.

Angolo del laboratorio delle sonorità


Si è creato un laboratorio della musica, in modo da proporre al bambino ritmi e suoni sempre diversi tra loro. Il mondo dei suoni è un idea che va al di là della musica. Per il bambino piccolo il mondo dei suoni è un’esperienza prettamente personale ricca di significati che investono la sfera emotiva; proprio per questo occorre partire dal suono nella sua globalità, qualunque sia la sua natura.
Divisione dei bambini
Il Nido d’Infanzia “Il mondo è dei bambini” accoglie 54 bambini, suddivisi in tre sezioni omogenee per età.
Sezione lattanti
Dai 3 mesi agli 12 mesi.
Rapporto numerico educatrice-bambino: 1 / 5
Sezione semidivezzi
Dai 13 mesi ai 20 mesi.
Rapporto numerico educatrice-bambino: 1 / 7
Sezione divezzi
Dai 21 mesi ai 36 mesi.
Rapporto numerico educatrice-bambino: 1 / 8
Il rapporto numerico educatrice-bambino è regolamentato dalla DGR 299 dd. 20.02.2006 all’allegato B punto 5.


I momenti di routines
Le routines sono situazioni che determinano scansioni temporali ripetute ogni giorno in modo uguale in ogni sezione: la loro regolarità e prevedibilità danno sicurezza al bambino e gli permettono di orientarsi rispetto ai tempi della giornata; per momenti di routines si intendono quindi i momenti di accoglienza al mattino, la merenda, il cambio, il pranzo, il sonno, l’uscita. Durante questi momenti quotidiani si strutturano ed organizzano la maggior parte delle esperienze del bambino, per questo la loro organizzazione viene fatta rientrare nella programmazione educativa. In queste occasioni si viene a definire tra educatrice e bambino una forte relazione interpersonale da cui derivano conoscenze e competenze. Attraverso la cura del corpo, che rimane anche per i più grandi un forte momento individualizzato, il bambino comincia a comprendere che il corpo è il mezzo del nostro comunicare. Associando le risposte dell’adulto alle proprie esigenze, il bambino impara a percepire la relazione esistente tra i suoi segnali comunicativi e l’intervento dell’altro, assieme ad un senso affettivo ed emotivo di sicurezza.
L’interazione che si mette in atto si struttura in episodi e con ritmi che per la loro ripetitività consentono al bambino di percepire, elaborare, fissare, riconoscere, ricordare e prevedere l’alternarsi delle sequenze in cui si scompone l’azione o la situazione, arrivando così alla strutturazione della realtà. Attraverso le routines si trasmettono al bambino, indirettamente ed inconsapevolmente, informazioni e modelli di comportamento. Per sostenere lo sviluppo di un bambino attivo bisogna, parlando di azioni abitudinarie, prestare attenzione anche a quei rituali che lui stesso mette in atto nel suo vissuto quotidiano e che rappresentano la sua capacità di adattamento ai cambiamenti che possono essere vissuti come conflittuali.
Esempi:

  1. L’abitudine a ricorrere all’uso di oggetti transizionali nel momento dell’inserimento al Nido rappresenta non solo la mediazione fra le due diverse realtà, ma anche un modo per controllare la nuova realtà.
  2. Abitudini e rituali messi in atto dal bambino nel momento del gioco e durante il pranzo possono rappresentare riferimenti per lui costanti.
  3. Compiere una serie di azioni o di iniziative prima del sonno è rassicurante per il bambino per aiutarlo a perdere il contatto con la realtà ed immergersi in un mondo sconosciuto e dal quale può essere difficile difendersi;

Accoglienza:
L’accoglienza del bambino avviene in modo sereno ed evitando rituali troppo lunghi; considerata l’età dei bambini, è frequente lo stabilirsi di un contatto fisico al momento dell’entrata tra bambino ed educatrice.
Cambio:
Il cambio del bambino è un momento di forte relazione con l’educatrice. Il corpo del bambino, libero dai vestiti, avverte le sensazioni dell’aria, dell’acqua e del contatto delle mani dell’adulto sulla pelle: il viso, lo sguardo, il tocco delle mani, l’aria, la luce, il ritmo della voce e il suono delle parole sono tutte informazioni importanti che ogni bambino riceve ed elabora utilizzando le proprie capacità percettive. Se il bambino, nel momento del cambio, potesse avere accanto a sé sul fasciatoio un compagno, questo diventerebbe occasione per un interazione fatta di carezze reciproche, di sguardi, di contese di oggetti.
La merenda e il pranzo:
Il pranzo\merenda sono preceduti da una serie di sequenze che si ripetono sempre uguali, ma che vengono ampliate a seconda del grado di comprensione raggiunta dal bambino. La frase “E’ pronto il pranzo\merenda”, il mettersi in fila, il sedersi sulla sedia o sul seggiolone, l’indossare il bavaglino, la frasi “Si mangia” e “Buon appetito”, sono sequenze molto semplici e segnali ben precisi di ciò che sta per accadere, segnali che il bambino riuscirà in breve a riconoscere. Il cibo non ha soltanto la valenza di soddisfare un bisogno fisiologico, ma è anche un modo privilegiato attraverso il quale un bambino piccolo entra in contatto con la realtà, per questo è importante che non abbia paura di sporcarsi e ne sperimenti fin da subito il senso di piacere che ne deriva.

Il pranzo\merenda inoltre:

  1. Incoraggia l’autonomia del bambino nell’usare le posate da solo;
  2. Sollecita la sua collaborazione.
  3. Contribuisce allo sviluppo della motricità fine e della coordinazione.

Insomma, mangiare al Nido significa elaborare insieme agli altri un rituale fatto di tempi e scansioni particolari, di scambi, di vicinanze e di sensazioni molteplici. E’ una grande conquista di crescita, occasione di apprendimento con un adulto vicino attento ed incoraggiante.
Il sonno:
E’ un momento delicato nella giornata del bambino che, per potersi “abbandonare con fiducia” e per “lasciare temporaneamente” ciò che lo circonda, deve essere rassicurato dall’educatore di riferimento attraverso la costruzione di abitudini individuali (l’orsetto, il ciuccio..) e di gruppo (la ninnananna, il racconto di una fiaba…).
Il riconoscimento e il rispetto di queste abitudini e delle emozioni che questo momento scatena permettono ad adulti e bambini di creare gradualmente uno spazio privilegiato, all’interno del quale sentirsi riconosciuti ed accolti nei propri bisogni.
L’uscita:
Le educatrici con i bambini aspettano i famigliari nelle sezioni dove giocano liberamente, accompagnati da canti, giochi o racconti. Ogni bambino attende il momento del ricongiungimento dedicandosi a ciò che più gli interessa.

Le attività dei nostri bambini


Il Nido stimola lo sviluppo evolutivo delle dimensioni sociali, cognitive, affettive, motorie, linguistiche del bambino, consentendogli di soddisfare tutte le proprie curiosità ed i propri bisogni di esplorazione e conoscenza.

Attività manipolative-costruttive


La manipolazione è una delle opportunità di conoscenza per il bambino nei confronti del mondo circostante; essa sollecita curiosità e disponibilità alla scoperta, introducendo il bimbo alle prime operazioni di concettualizzazione. Attraverso i giochi del riempire e del travasare, il bambino consolida la capacità di equilibrio e di coordinazione oculo-manuale, sperimentando altresì nozioni topologiche e matematiche (sopra/sotto, pesante/leggero, dentro/fuori…).
Questo tipo di esperienze aiutano il bambino a rafforzare il proprio livello percettivo, stimolandolo ad esplorare e toccare materiali diversi e permettendogli di sperimentare il piacere di sporcarsi e pasticciare. Tra i materiali messi a disposizione all’interno del Nido ci sono: la farina, la crusca, il riso, la pasta e la pastina di tipo alimentare, la carta, il cartone e la plastica, il didò, il cotone e tutti i materiali che si trovano in natura (foglie, legno, erba, frutti stagionali…)… Altre attività organizzate possono essere quelle costruttive con i vari tipi di lego e con i cuscinoni da impilare uno sopra l’altro per inventare gli oggetti più disparati (ponti, scivoli, casette, castelli, torri etc…).

Attività simboliche


Durante il secondo anno di vita il bambino comincia ad interessarsi ai giochi di rappresentazione, sviluppa cioè la capacità di pensare, evocare, rappresentare oggetti, persone non presenti; nel gioco simbolico il bambino riproduce esperienze della propria vita.

Attività linguistiche


Dominare le modalità e gli strumenti per comunicare significa poter entrare in relazione con gli altri, migliorando la qualità della propria esperienza di vita sotto il profilo sia cognitivo che sociale. L’uso corretto, consapevole ed intenzionale di gesti e parole porta progressivamente il bambino a partecipare a momenti di dialogo e di comunicazione sempre più soddisfacenti che gli consentono di intervenire con successo all’interno del gruppo e di riconoscersi come vero protagonista della relazione. La buona stimolazione dell’uso del linguaggio arricchisce la competenza linguistica del bambino stesso, aspetto che una educatrice del Nido non dovrebbe mai sottovalutare. Anche il piccolo gruppo può favorire una buona comunicazione perché permette al bambino di confrontare con gli altri i propri bisogni, sensazioni, opinioni, e di esprimere i propri punti di vista e stati d’animo.

Attività motorie/massaggi corporei


Nell’area dei lattanti, essendo i bambini molto piccoli e quindi non in grado di compiere attività grafico-pittoriche e manipolative complesse, il compito delle educatrici sarà quello di proporre attività che sviluppino il senso motorio del bambino, che promuovano la sua motricità e che aiutino il bambino a considerare il proprio corpo come un vero e proprio canale comunicativo ed espressivo. Per rafforzare e sostenere questo processo si avvalleranno di vari strumenti messi a disposizione all’interno del Nido come gli specchi, gioco che sostiene la conoscenza mimica e gestuale del corpo, ed i percorsi guidati, che permettono di conoscere e sperimentare la forza di gravità.

Attività musicali


Anche la musica è comunicazione e pertanto sia la produzione che la comprensione dei messaggi sonori rientrano tra le attività curricolari. L’ascolto e la produzione di canzoni, canti, filastrocche, contribuiscono a sviluppare la dimensione percettiva legata alla musica.

Interculturalità


La presenza di bambini stranieri all’interno del Nido fa sì che scatti un interesse reciproco per le tematiche legate all’educazione interculturale.
La differenza e la diversità sono concepite da questo Nido come criterio valoriale e come risorsa nella consapevolezza delle specificità culturali; il Nido d’Infanzia diviene il primo luogo di incontro e di confronto, nel quale i genitori stranieri possono interagire ed integrarsi all’interno di esso.

Bambini portatori di handicap


Il nido d’infanzia in collaborazione con il servizio sociale competente (ASL / COMUNI) garantisce il diritto all’inserimento e all’integrazione dei bambini disabili. Secondo quanto previsto dall’art.12 della legge del 5 febbraio 1992 n. 104 e dell’articolo 6 lett.B della legge regionale 25 settembre 1996 n.41. per i bambini portatori di handicap frequentare il Nido non è soltanto un diritto sociale e civile, ma soprattutto costituisce una opportunità molto efficace per la loro crescita psico-fisica. La presenza nel Nido di bambini in situazioni di handicap o di disagio è fonte di una dinamica di rapporti e di interazioni così unica e preziosa da costituire, a sua volta, una significativa e rilevante occasione di maturazione per tutti. Grazie a questa presenza, infatti, ogni bambino non solo impara a considerare e a vivere la diversità come una dimensione esistenziale e non come una caratteristica emarginante, ma è anche stimolato a ricercare inedite soluzioni relazionali, comunicative, didattiche ed organizzative che vanno a vantaggio di tutti perché ampliano gli orizzonti di possibilità disponibili a questi diversi livelli. L’osservazione attenta e puntuale, il riconoscimento e l’accoglienza del bambino portatore di handicap e o disagio, il confronto con il coordinamento pedagogico, gli incontri con i genitori, la verifica del lavoro svolto portano l’integrazione in un contesto di autentica relazione.
Il nostro Nido d’Infanzia ha introdotto come sostegno e come risorsa aggiuntiva la figura dell’infermiera come contitolare della sezione; pertanto il piano educativo e le iniziative a favore della valorizzazione delle diversità viene elaborato e condiviso con tutto lo staff in modo unitario.


Le famiglie
Il Nido d’Infanzia IL MONDO E’ DEI BAMBINI offre l’opportunità ai genitori di partecipare da vicino alla vita del Nido, collaborando attivamente con le educatrici, instaurando rapporti con gli altri genitori, attivando confronti e discussioni, condividendo con gli altri le proprie esperienze.
Durante l’anno scolastico sono previsti tre diversi incontri tra educatrici e genitori:
- All’inizio dell’anno (ottobre), in modo che i genitori aiutino le educatrici a comprendere le esigenze ed i bisogni specifici del proprio bambino.
-A metà anno (febbraio), per verificare l’ approccio del bimbo alla vita del Nido ed il suo livello di socializzazione e di ambientamento.
-A fine anno (maggio), per verificare gli obiettivi raggiunti attraverso il progetto educativo ed attraverso il materiale raccolto durante l’anno.
Nel corso dell’ anno ci saranno anche altri momenti di coinvolgimento al Nido fra bambini educatrici e genitori, come la realizzazione della festa di Natale, la festa di Carnevale etc…
Il patrimonio culturale che ciascun bambino porta al Nido rappresenta un elemento di grande sviluppo socio-emotivo che è alla base della vita nei Nidi d’Infanzia ed è anche per questo che le famiglie sono sempre invitate ad intervenire attivamente alla vita scolastica.


Attività professionali
La programmazione didattica, con la quale si passa dal lavoro occasionale a quello intenzionale, serve per organizzare e strutturale percorsi di attività finalizzati al conseguimento di traguardi di sviluppo, in termini di abilità e competenze in base all’età dei bimbi. Ogni progetto educativo, se pur differenziato per ogni sezione, prevede momenti di intersezione (semidivezzi e divezzi) finalizzati a un maggiore scambio sociale tra bambini, in modo da valorizzare i bambini più grandi ed a responsabilizzarli verso i più piccoli, da facilitare lo sviluppo cognitivo e sociale dei bambini più piccoli attraverso l’imitazione dei più grandi, da ampliare le opportunità ludico-motorie mediante l’utilizzo di strutture e giochi diversi da quelli della propria sezione.
All’interno di un buon progetto educativo ci deve essere una base di elasticità e flessibilità: il progetto deve poter essere interrotto, se necessario, per far spazio a momenti di analisi e riflessione sull’operato, di valutazione e riscontri da parte di tutta l’equipe.
Non si tratta soltanto di una valutazione conclusiva, ma di una valutazione sul processo in corso, per evitare di commettere errori, perdendo la cognizione della realtà su cui si sta operando per questo all’interno del nostro nido abbiamo scandito un tempo breve e preciso di valutazione che si tiene dal collettivo ogni ultimo sabato del mese in corso.


Aggiornamento e formazione del personale
Il collettivo è composto da educatrici qualificate con esperienza, affiancate dal personale dei servizi.
La formazione del personale ed il suo aggiornamento sono indispensabili per poter comprendere la complessità “dell’azione educativa”. Il gruppo di lavoro è stato e continua ad essere indispensabile come momento di confronto e di elaborazione; la risultante di tale percorso è la definizione di una “identità professionale” del personale, identità che può essere costruita appunto solo attraverso l’integrazione di saperi diversi, lo scambio di idee e di punti di vista, la collaborazione reciproca, la discussione costruttiva, il confronto tra metodi educativi diversi.
La formazione si attua attraverso:
-incontri con i coordinatori pedagogici
-incontri organizzati tra operatori
-incontri organizzati dei gruppi di lavoro
-incontri di aggiornamento con tecnici esterni su aree specifiche, quali per esempio, la relazione, la progettualità, l’espressività, la creatività, la psicomotricità.
-incontri di aggiornamento costante di pronto soccorso ed interventi mirati.
Anche il personale dei servizi è tenuto a seguire corsi di aggiornamento, tenuti anch’essi da esperti, su tematiche inerenti alla loro funzione o relativi all’acquisizione o al consolidamento di tecniche specifiche (es. laboratorio di cucina, stencil… etc.).

Osservazione educatrice-bambino e documentazione


Ogni bambino ha un diario personale dove l’educatrice ha il compito di annotare tutti i progressi compiuti dal bimbo stesso in campo linguistico, motorio, cognitivo e l’acquisizione di nuove abilità. I dati raccolti dall’osservazione vengono poi utilizzati in un confronto di team; questo aiuta l’educatrice sia a non fermarsi ad impressioni sbagliate, sia ad intervenire sul piano educativo in modo più mirato, sia a verificare l’efficacia di alcune scelte e comportamenti adottati nel confronto del bambino stesso
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